MODUGNO, IL SINDACO PARLA AI CITTADINI: NOI ELETTI NON PER FARE FAVORI MA PER DIFENDERE I DIRITTI DI TUTTI

Nel comizio indetto ad un anno dal suo insediamento, il Sindaco di Modugno ricorda qual è il mandato elettorale della sua amministrazione: “Di fronte all’illegalità qualcuno ci ha detto che avremmo dovuto chiudere gli occhi e far finta di niente. Ma un’amministrazione come questa, eletta sull’impegno di riportare in questo paese la legalità, non può cedere su questo. Se per alcuni pezzi della politica e della società civile, dovremmo andare a un compromesso che prevede di soprassedere su illegalità, noi rispondiamo: ci dispiace ma in questo compromesso non ci avrete”. Il riferimento è alla questione urbanistica ma non solo. La vicenda urbanistica è divenuta dirompente nelle ultime settimane dopo che il nuovo dirigente del settore urbanistico, e la Regione Puglia, hanno chiarito che per 15 anni a Modugno si è costruito utilizzando norme illegittime.

A dodici mesi dall’elezione, il Sindaco Nicola Magrone, tenendo fede agli impegni presi, si è presentato nella centrale Piazza Sedile di Modugno per un incontro pubblico in cui ha spiegato “che cosa ha finora fatto l’amministrazione, come l’ha fatto, quel che non è riuscita a fare e perché non vi è ancora riuscita.” Un bilancio di mandato che, dopo un anno,  annovera azioni e risultati importanti sui temi di maggior interesse pubblico: dalla vicenda OM alla questione urbanistica, dall’ambiente alla salute, alla riorganizzazione della macchina amministrativa. Molto più di un resoconto per la ricchezza di particolari che illustrano da un lato la ferma intenzione del governo della città di invertire una storia ventennale di decadenza e malaffare e delle connesse attività necessarie al cambiamento, dall’altro le difficoltà dovute alle resistenze di vecchi centri di potere.

Il Sindaco ha chiarito i termini e i recenti sviluppi della vicenda OM con l’illustrazione del lavoro condotto silenziosamente (per non alimentare inutili aspettative nei lavoratori) da un anno a questa parte nella ricerca di un investitore disposto a rilevare stabilimento e manodopera, e nella trattativa successiva, confluita in un concreto piano di salvataggio dei lavoratori OM, posto infine all’attenzione dell’assessorato regionale al Lavoro e del Ministero dello Sviluppo. “A fronte di una seconda ipotesi di soluzione della drammatica vicenda, giunta sul tavolo del Ministero – ha detto il Sindaco -, tuttavia molto generica per quanto è dato sapere, esiste il piano di salvataggio del Comune di Modugno, il quale Comune ha prima trovato l’investitore, un’azienda pugliese del settore dell’alta tecnologia che trova congeniale alla sua produzione l’intero sito dell’OM. Dopodiché ha interessato alla questione anche l’ASI, che si è detta entusiasta, per verificare insieme all’azienda interessata, la fattibilità di una riconversione dello stabilimento e delle maestranze, a parità di occupazione. Tutto è risultato attuabile senza grandi difficoltà. Voglio però far notare un dettaglio: l’investitore in questione si è già affacciato a Modugno in anni passati senza ottenere alcuna collaborazione dal Comune. Nel frattempo i suoi prodotti hanno conseguito e conseguono un successo mondiale.”

Affrontato inevitabilmente il tema dell’urbanistica, divenuto di scottante attualità dopo la rilevazione delle anomalie sulle quali si è espressa la Regione Puglia dicendo che per 15 anni a Modugno si è costruito e cementificato sulla base di norme non valide. Chiara la posizione del Sindaco al riguardo: “Di fronte a profili di illegalità non si può chiedere a un Sindaco di chiudere gli occhi e andare avanti come si è andati avanti per quindici anni. Sarebbe una richiesta criminale che non può trovare accoglienza in questa amministrazione. Il problema dell’urbanistica oggi a Modugno si risolve seguendo la via maestra: ritrovando cioè un sistema di norme certe. Il Piano Regolatore va prima ristrutturato attraverso una ricognizione delle norme tecniche vigenti ed efficaci, quindi con una ricomposizione di tutti i documenti che realmente lo legittimano in un testo unico coordinato, come la stessa Regione suggerisce di fare. L’edilizia riparte da qui, le possibilità di variare il P.R.G. pure. Se non si attua questo passaggio necessario, cioè la predisposizione di uno strumento urbanistico certo, in questo paese regnerà sempre la discrezionalità o l’arbitrio e non saremo certo noi ad avallare queste pratiche.”