MODUGNO. SU EMISSIONI TERSAN PUGLIA, DATI “IMPRESSIONANTI” NELLE MISURAZIONI DI ARPA

L’AMMINISTRAZIONE MAGRONE: “LA REGIONE PUGLIA DEVE SALVAGUARDARE IL BENESSERE DEI CITTADINI RISPETTO ALL’INTERESSE ECONOMICO DI CHI NON VUOLE RISPETTARE LE PRESCRIZIONI”

Dati “impressionanti” emergono dalle misurazioni odorimetriche fatte dall’Agenzia regionale per l’ambiente (ARPA) alle emissioni al camino dello stabilimento di Modugno di Tersan Puglia, impianto di compostaggio tra i maggiori in Italia. Dati che – secondo l’amministrazione comunale di Modugno – ben consentono di parlare di ‘molestie olfattive continuate’ ai cittadini, molestie che “non possono più essere tollerate da nessuno”, tantomeno dalle istituzioni, come la Regione Puglia, “che hanno il dovere di slavaguardare il benessere de cittadini e il potere di mettere fine ai disagi che da decenni è costretta a subire l’intera popolazione di Modugno a causa di violazioni ambientali che ormai costituiscono persino un freno a nuove iniziative artigianali e imprenditoriali avendo dato notorietà a Modugno come la ‘città della puzza’”.

I “dati impressionanti” si riferiscono a misurazioni fatte dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente (ARPA) sulle ‘emissioni odorigene’ dello stabilimento di Modugno di Tersan Puglia: da quelle misurazioni sono scaturiti valori che arrivano ad essere anche di ben 28 volte superiori al limite indicato nella Autorizzazione integrata ambientale e di oltre quattro volte il limite previsto dalla legge regionale 2015. Dati in violazione delle norme nazionali, regionali e, in primis, delle prescrizioni che la Regione Puglia ha imposto a Tersan con l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) che le ha rilasciato il 7 agosto 2015.

I dati riguardano tre campioni prelevati al camino dello stabilimento nella giornata del 15 aprile scorso e sono stati forniti da Arpa Puglia nell’ambito di un procedimento in corso dinanzi al Tar Puglia promosso da Tersan. L’azienda è ricorsa qualche settimana fa ai giudici amministrativi contro il provvedimento del Servizio regionale Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che il 13 aprile 2016 aveva sospeso per 30 giorni l’attività di compostaggio nello stabilimento di Modugno della Tersan, perché dal monitoraggio delle emissioni trasmesso da Tersan stessa la ‘concentrazione di odore’ era stata misurata, il 3 febbraio 2016, in 1812 unità odorimetriche (OU) al metro cubo mentre per il rilascio dell’AIA era stato imposto dalla Regione il rispetto del limite di concentrazione di odori di 300 unità odorimetriche (OU) per metro cubo .Nel ricorso che Tersan Puglia ha promosso dinanzi al Tar contro il provvedimento di sospensione, l’azienda chiede, infatti, l’applicazione di un parametro più favorevole sui limiti di concentrazione di sostanze odorigene in atmosfera: 2000 OU/m3 (previsti dalla legge regionale 23/2015 per le emissioni a camino) rispetto ai 300 OU/m3 imposti dalle prescrizioni AIA definendo le condizioni di esercizio con le migliori tecniche disponibili (BAT)

Tuttavia, ancora più pesanti delle emissioni del 3 febbraio misurate da Tersan sono risultate le emissioni del 15 aprile, misurate da Arpa: le misurazioni delle ‘emissioni odorigene’ hanno dato come risultato 8679, 7732 e 8192 OU/m3, dati che – secondo l’amministrazione comunale di Modugno – sono ben oltre ogni limite e ben consentono di parlare di ‘molestie olfattive continuate’ ai cittadini.

I dati di ARPA sono vieppiù “impressionanti” dal momento che – rileva il sindaco di Modugno, Nicola Magrone -“mentre a Modugno Tersan Puglia si oppone ad applicare le prescrizioni AIA (emissioni odorigene limitate a 300 OU/ m3), per un nuovo stabilimento che sta realizzando sulla Murgia nel territorio tra Toritto e Altamura, chiede l’Autorizzazione integrata ambientale prevedendo di applicare, almeno a quanto ha dichiarato il progettista del nuovo stabilimento Antonio Guarino, ‘l’abbattimento delle sostanze odorigene a 300 unità odorimetriche per metro cubo’: valori che sarebbero misurati in corrispondenza dei biofiltri e che sono appunto i valori imposti dall’AIA di agosto 2015 per lo stabilimento di Modugno”.

Per l’assessore all’ambiente del Comune di Modugno, Tina Luciano, “non è possibile che un’intera città sia tenuta in ostaggio di un impianto per la gestione della parte organica dei Rifiuti solidi urbani”. “A maggior ragione perché – aggiunge Tina Luciano – l’assessore della Regione Puglia alla Qualità dell’ambiente, Domenico Santorsola, afferma che gli impianti di trattamento della frazione umida localizzati in regione sono oggi addirittura in eccesso e che ‘importano’ da altre regioni rifiuti da trattare. Lo ha detto, rispondendo a un’interrogazione del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Antonio Trevisi, rilevando che, attualmente, vi sarebbe un eccesso di offerta degli impianti di trattamento per circa 400.000 t/anno (1.098 t/giorno)”.

L’assessore Luciano spiega che Santorsola ,in risposta all’interrogazione, dichiara che la produzione di parte organica dei rifiuti soldi urbani (Forsu) e della frazione verde è stimata in Puglia “a regime” – quando cioè sarà partita la raccolta differenziata in tutti gli ARO pugliesi – in circa 530.000 t/anno (1.452 tonnellate al giorno). La dotazione impiantistica autorizzata attualmente sul territorio pugliese ha invece una capacità nominale di assorbimento, sempre secondo le dichiarazioni di Santorsola, di circa 560.000 t/anno (1.532 t/giorno), “ben oltre – spiega Luciano – sia l’attuale quantità annuale conferita di 159.000 tonnellate sia la quantità annuale stimata a regime, che è di 530.000 tonnellate”.

Inoltre – sottolinea ancora l’assessore Luciano – in un Decreto del Presidente del consiglio dei ministri del 7 marzo 2016 (“Misure per la realizzazione di un sistema adeguato e integrato di gestione della frazione organica dei rifiuti urbani, ricognizione dell’offerta esistente ed individuazione del fabbisogno residuo di impianti di recupero della frazione organica di rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, articolato per regioni”) si rileva che nella Regione Puglia vi è un fabbisogno residuo annuo “NULLO” di impianti di recupero della frazione organica di rifiuti urbani poiché gli impianti autorizzati coprono il fabbisogno stimato e, per ora, addirittura superano di due terzi le necessità della Puglia.

Se l’impianto Tersan di Modugno, dunque, non è in regola con le prescrizioni sui limiti di concentrazione di sostanze odorigene che nuocciono al benessere dei cittadini, si deve imporre all’azienda, secondo l’amministrazione Magrone, di rispettare i limiti per i quali ha ottenuto l’AIA, anche a costo della sospensione per un periodo della produzione. “Se il fabbisogno regionale è di 159.000 ton/anno e Tersan è autorizzata per 135.000 ton/anno,Tersan – conclude l’assessore Luciano – non potrebbe fermarsi se fosse l’unico impianto operante in Puglia, ma siccome lo stesso Santorsola ha affermato che, in attesa della formazione di una ‘sostanziosa campagna di recupero della frazione umida da avviare al compostaggio’ gli operatori sono costretti a prelevare materiale dalle regioni limitrofe, siamo certi che l’assessore regionale alla Qualità dell’ambiente vorrà ritenere rilevante l’interesse pubblico rappresentato dai cittadini di Modugno a non subire le molestie olfattive, rispetto all’interesse economico espresso da un impianto che malvolentieri accetta le limitazioni delle prescrizioni”.