Urbanistica, Magrone, il consiglio ha un’ultima chance per la legalità

“Non si scappa dal riportare la città alla legalità dopo 15 anni di ‘abusi’ edilizi. È l’ultima spiaggia. La strada è tracciata e bloccare la comunità o andare avanti è una scelta del Consiglio comunale”. Così il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, ha presentato oggi in conferenza stampa la sua proposta di delibera per il “ripristino della legalità” nel campo dell’edilizia dopo la scoperta avvenuta un paio di mesi fa che per 15 anni a Modugno si è costruito secondo norme illegittime perché mai approvate dalla Regione Puglia. Delibera che il sindaco presenta per la discussione in consiglio comunale il 25 agosto prossimo, nonostante una sua analoga iniziativa sia già stata bocciata in Consiglio, il 20 giugno scorso, dalla sua stessa maggioranza. “Non si scappa. È tempo – aggiunge Magrone – che ciascuno, a partire da chi sinora ha voluto perdere tempo o si è astenuto, si assuma le proprie responsabilità: il Consiglio comunale di Modugno deve adempiere al suo dovere e decidere, come chiesto dalla Regione Puglia che ha sancito l’inefficacia delle norme del ’99, di revocarle definitivamente o di riadottarle seguendo l’iter di variante che le sottopone all’approvazione della stessa Regione”.

All’incontro hanno partecipato i capigruppo consiliari Valentina Longo (Italia Giusta secondo la Costituzione), Nicola Loiacono (Legalità è Libertà) e Antonio Alfonsi (Movimento democratico).

La strenua difesa da parte di Magrone della necessità di rimozione delle norme illegittime, del ripristino della legalità, espone l’amministrazione al rischio, ogni giorno più concreto, “di un’eventuale mozione di sfiducia da parte della sua stessa maggioranza insieme con pezzi di opposizione (Pd e centrodestra), opposizioni che “sinora, sul tema non hanno espresso alcuna opinione, astenendosi in consiglio e tacendo nelle piazze”.Ma non si può pretendere che io finga – incalza Magrone – di non vedere e non sentire, come hanno fatto le amministrazioni passate, pur di mantenere la maggioranza, e di conseguenza la carica di sindaco, a tutti i costi. Lo devo al paese, a tutela non dell’amministrazione, ma di tutti cittadini di Modugno. Questo giustifica che io persegua questa richiesta di legalità fino in fondo”.

Sono tre i punti cardine che Magrone sottolinea nella proposta di delibera, elaborata a conclusione di intensi contatti con la Regione Puglia e la Prefettura di Bari: 1) sono illegittime le norme che furono approvate nel 1999 dal consiglio comunale e con le quali si è costruito a Modugno per 15 anni; 2) le norme vigenti, come ha detto la Regione Puglia, sono quelle del piano regolatore approvato nel 1995; 3) nessun impatto avranno le decisioni del consiglio comunale di revoca delle norme illegittime su quanto è stato acquisito dai cittadini in questi 15 anni.

“La cosiddetta questione urbanistica di Modugno è tanto nota quanto sconosciuta. Sembra difficile e molto tecnica, ma in realtà è semplice: a Modugno – ha aggiunto il sindaco – c’è un partito generale che è espressione di chi vuol mantenere il Comune senza nemmeno una cartografia valida e vedere attuate, il più a lungo possibile, le norme del 1999. E mentre la Regione condivide l’intero percorso dell’amministrazione Magrone e nell’ultima sua nota – firmata dall’assessore Angela Barbanente, vicepresidente dell’ente regionale, e dai dirigenti del suo assessorato Giuseppe Musicco, dirigente Abusivismo Contenzioso, e Nicola Giordano, dirigente per la pianificazione del Territorio – conclude ancora una volta che ‘bisogna attenersi alle norme del 1995’ ed avverte che ‘sulle attività edilizie nel Comune di Modugno se non si osservano le norme del ’95 non c’è legalità’, c’è invece chi vuol perdere tempo. Come? Con una commissione, che ha un iter costruttivo lungo, il cui giudizio non avrà valore non essendo vincolante e rispetto a cui la stessa Regione avverte ancora che ‘non parteciperà’, non potendo, dovendo svolgere funzioni di controllo. Altro che 45 giorni (dal verbale d’insediamento): per dovere, ho dato disposizione al segretario generale affinché la commissione si attivasse, ed al momento siamo in attesa che alcuni ordini professionali indichino nomi dei componenti. È un modo per sfuggire al problema, per rinviarlo, per non far esprimere il Consiglio comunale”.

La delibera del sindaco, invece, chiama tutti alle proprie responsabilità e contiene la sottolineatura che il consiglio comunale di Modugno faccia quel che deve (in base all’art.25 DPR 3/1957 e art.2 L.241/1990) dopo quanto sancito e chiesto dalla architettura2Regione, l’unico soggetto titolato ad approvare varianti al Prg, che sulla questione urbanistica di Modugno si è già espressa con 5 note-pareri. “Se il consiglio comunale, ancora una volta, non darà risposte concludenti – sottolinea Magrone – certamente la Regione provvederà da sé con un commissario ad acta. Se questa delibera non dovesse venire approvata o discussa, io la manderò comunque alla Regione“. Il tutto “a tutela della legittimità dell’azione amministrativa in materia urbanistico-edilizia e della cittadinanza perché – secondo Magrone – non si può tollerare, come è stato fatto sino a prima di quest’amministrazione, la prateria dell’arbitrio, della discrezionalità, del ‘per favore’. Non c’è cittadino che non lo sa: di questa malattia urbanistica è stato testimonianza il disastro che nel 2012 si è avuto a Modugno con l’intervento della magistratura. Parliamo di norme, quelle del 1999, e cartografia che ci hanno regalato il paese che abbiamo, e di ‘anomalie’ inerenti la strumentazione urbanistica, la mancata applicazione o il non recepimento delle prescrizioni regionali in merito all’approvazione del Piano Regolatore Generale Comunale (Prgc) e sue successive varianti; e soprattutto modifiche con ampliamento delle potestà del privato di natura urbanistico – edilizie”.

Secondo le prime ricognizioni fatte dal nuovo dirigente dell’ Ufficio Urbanistica nominato da Magrone, gli stessi strumenti urbanistici vigenti sono stati trovati in uno stato “disastroso”: persino le norme del Prg – aggiunge – “hanno presentato un problemaccio”, perché “anche per il Prg, per 15 anni, si è andati avanti non con un documento unitario ma con uno strumento urbanistico smembrato in mille fogli, con una cartografia non omogenea, carte discontinue che non rappresentano la realtà e che sono state interpretate soggettivamente”. “Si pensi solo – ha detto ancora il sindaco – che sulla cartografia del Prgc non sono state neanche riportate le Osservazioni della Regione relative allo stralcio di alcuni comparti. Non sono riportati il nuovo tracciato ferroviario e la perimetrazione del Putt. Si pensi che lo strumento urbanistico non è aggiornato rispetto alla normativa vigente (Pue, Decreto del fare, ecc), non è conforme alla legge regionale urbanistica n.20/2001 che da anni e anni, non da oggi, prevede un Piano urbanistico generale (Pug) suddiviso in parte strutturale e operativa e in piani urbanistici esecutivi (Pue) come strumenti di attuazione”.
Magrone cita le numerose prese di posizione sulla questione urbanistica a Modugno dell’assessore regionale al settore e vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, che più volte (da ultimo il 23 luglio) ha sottolineato che a Modugno, oggi, vige lo strumento urbanistico approvato dalla Regione Puglia nel 1995.

Si torna quindi in Consiglio comunale, lo si fa il 25 agosto su iniziativa del sindaco perché l’assemblea si esprima. Ma Magrone vuole ancora sottolineare una cosa alla quale tiene “al di là di ogni cinica strumentalizzazione di chi vorrebbe che non si toccassero le norme illegittime”: “Ciò che è sinora è stato fatto – afferma – è fatto, ciò che è costruito è costruito, ciò che è realizzato è realizzato. Non si può chiedere conto ai cittadini di norme illegittime con cui hanno operato le amministrazioni precedenti, non si possono toccare diritti acquisiti”. “Noi – continua Magrone – abbiamo bisogno di riaffermare il principio che siamo per fornire diritti certi ai cittadini e perché i lavoratori dell’edilizia continuino a lavorare, perché il lavoro continui a essere assicurato ed anche lo stesso sviluppo edilizio, che ci siano norme definitivamente ritenute legittime. È questo equilibrio che va trovato, è questa la ginnastica difficilissima”. “Dal Consiglio comunale, dai consiglieri, invece – sottolinea – può arrivare il vero blocco del paese. Se vogliono far deragliare Modugno io non posso seguirli. E così, mentre si ricostituisce il Prg con norme tecniche e cartografia, la soluzione dell’amministrazione prevede che si rimetta sui binari un treno deragliato e lo si riporti alla sua naturale stazione di destinazione. È quello che deve fare un medico del pronto soccorso che cerca di contenere il disastro che si paventa”.

Rispondendo a una domanda sulle accuse rivoltegli da suoi ex consiglieri di maggioranza di aver bloccato i cantieri a Modugno, Magrone ha detto: “Se ne parla come se noi avessimo posto blocchi all’edilizia, come se avessimo trovato un ufficio urbanistica che funzionava e non un ufficio disastrato, decapitato, con dirigenti arrestati e funzionari sospesi dal servizio. Era un ufficio con pratiche ferme da decenni, domande di condono edilizio che risalgono al 1985, per tacere del resto. Noi abbiamo fatto quello che avevamo il dovere di fare e abbiamo anche chiesto a tutti, senza ottenere risposta, di proporre che fare ‘nel frattempo’, ma questo ‘nel frattempo’ è sfuggito al dibattito generale e clamorosamente alla deliberazione del consiglio comunale del 20 giugno scorso” che ha voluto delegare le decisioni a “un indefinito comitato di esperti che richiede sei-sette mesi solo per organizzarlo e formalizzarlo regolarmente senza risolvere il problema delle risposte da dare in tempi rapidi, rapidissimi, ai cittadini”. “La nostra preoccupazione primaria – ha continuato il sindaco – è stata dunque sinora anche quella di ricostituire uno strumento urbanistico che fosse un punto di riferimento certo, perché dove non c’è certezza nelle norme “è lì che si annida la libertà interpretativa” nelle risposte ai cittadini. Questo, in attesa che si possa redigere finalmente il Piano Urbanistico generale (Pug), al quale siamo stati noi, vorrei sottolinearlo, a dare impulso con atti di indirizzo di giunta, nonostante il Piano sia un obbligo di legge da vari anni: siamo noi ad aver sollecitato quel Pug, che oggi alcuni invocano come fosse un rimedio a questa situazione contingente, ancora una volta strumentalizzando e fingendo di non sapere che per metterlo a punto occorrerà qualche anno”,  “Quella che noi abbiamo disposto – ha detto ancora, a proposito della situazione contingente – non è assolutamente una sospensione dell’attività edilizia, è una sospensione che la pubblica amministrazione dà ai tecnici dei termini che essa ha entro i quali deve rispondere: questo, per consentire la continuità della risposta ai cittadini contemporaneamente col difficile lavoro, che si sta svolgendo, di ripristino di uno strumento urbanistico certo”.

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