URBANISTICA, MODUGNO TORNA ALLE NORME DEL 1995

SOSPESE LE NORME ILLEGITTIME USATE PER 15 ANNI

IL COMMISSARIO PREFETTIZIO DISPONE QUEL CHE MAGRONE AVEVA CHIESTO AL CONSIGLIO COMUNALE DI APPROVARE 

INTERVIENE ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO E CONFERMA L’OPERATO DELL’AMMINISTRAZIONE MAGRONE, CONDANNANDO L’APPELLANTE A PAGARE LE SPESE AL COMUNE DI MODUGNO

SOSPENSIONE DELLA EFFICACIA delle Norme urbanistiche introdotte a Modugno nel 1999 e usate per 15 anni illegittimamente, REDAZIONE di un Testo coordinato di norme contenute nel Prg del 1995, CANCELLAZIONE della deliberazione consiliare del 20 giugno 2014 (adottata contro il parere dell’amministrazione Magrone), cancellazione cioè della inutile e dispendiosa Commissione di ‘tecnici’ che i cosiddetti dissidenti della ex maggioranza avevano inventato SOLTANTO per dilatare i tempi di risoluzione della questione urbanistica, AVVIO della procedura che investe finalmente e formalmente la Regione Puglia delle Norme urbanistiche del ’99.

Sono queste le decisioni contenute nella delibera pubblicata dal Commissario Mario Ruffo il 27 ottobre sulla questione urbanistica a Modugno e sono le decisioni che Magrone avrebbe voluto fossero approvate dal consiglio comunale il 25 agosto: proprio per evitare queste decisioni, come si sa, 13 consiglieri – tre giorni prima della seduta di consiglio – si dimisero facendo decadere consiglio, amministrazione e sindaco. 

Invece di adempiere ai propri compiti, consiglieri di maggioranza e opposizione hanno dapprima preferito che i tempi si allungassero di mesi e mesi facendo passare in consiglio l’approvazione di una incongruente e inutile ‘Commissione di tecnici’ e poi si sono coalizzati per far cadere l’amministrazione, con la condiscendenza attiva di Udc/Ncd e affiliati e l’astensione complice del Pd. 

La deliberazione del Commissario ricalca, in alcuni passi anche parola per parola, la delibera che Magrone aveva presentato ai consiglieri comunali perché ne discutessero il 25 agosto. A testimonianza del fatto che la strada maestra per la risoluzione della questione era già stata tracciata e che le deviazioni, come per esempio la ‘Commissione di tecnici’, costituivano – come è stato ripetutamente sottolineato da Magrone in consiglio – soltanto una perdita di tempo inutile e dannosa per i cittadini. 

Alla deliberazione commissariale che conferma quel che diceva Magrone, si aggiungono decisioni favorevoli del Tar e anche del Consiglio di Stato: il 29 ottobre, a proposito di demolizioni di case e ricostruzioni mascherate da ristrutturazioni il Consiglio di Stato ha non solo approvato in pieno la linea dell’amministrazione ma ha anche condannato l’appellante a rifondere le spese al Comune di Modugno.

La questione – come si ricorderà – è che per 15 anni a Modugno si è costruito secondo norme illegittime perché non approvate – come era invece previsto dalle leggi – dalla Regione Puglia. Le norme non valide furono introdotte con modifiche apportate nel 1999 (con una delibera di Consiglio Comunale, la n.75) alle Norme Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) che era stato approvato dalla Regione Puglia nel 1995. L’illegittimità l’ha rilevata la stessa Regione Puglia investita dalla questione delle norme di costruzione in vigore nel Comune di Modugno dal nuovo dirigente comunale del settore Urbanistica, arch. Francesca Sorricaro, nominato dall’amministrazione guidata da Nicola Magrone che, al suo insediamento, aveva trovato un ufficio urbanistica disastrato e decapitato dagli arresti, compiuti a Modugno nel novembre 2012, di amministratori (tra i quali un sindaco ingegnere e un ex sindaco commercialista, entrambi eletti col Pds-Pd), dirigenti comunali e professionisti, accusati di associazione per delinquere e per la riscossione di tangenti in affari urbanistici ed edilizi. Per la cronaca, arrestati e indagati – in tutto 27 – sono attualmente imputati dinanzi al gup per sapere se dovranno andare a giudizio, come chiede la Procura, oppure no. La Regione Puglia, sulla questione, ha interloquito col Comune con ben cinque note nelle quali ha sempre ribadito l’illegittimità delle Norme del ’99, sottolineando che a causa di quella illegittimità le sole Norme vigenti restavano quelle scaturite dal PRGC del ’95 (solo a mo’ di esempio, guarda a questo link l’ultima nota della Regione Puglia, firmata oltre che dai dirigenti regionali, anche dall’assessore all’urbanistica della Regione Puglia, Angela Barbanente).

La scoperta dell’utilizzazione di norme illegittime per costruire a Modugno risale alla primavera 2014. Da allora Magrone – in collaborazione con la Regione Puglia – e chiedendo la collaborazione del consiglio comunale ha tentato di far uscire il paese dalla situazione nella quale si trovava a causa della scoperta delle illegittimità edilizie: il 20 giugno scorso fece dunque al consiglio comunale una prima proposta di deliberazione consiliare che seguiva le indicazioni regionali (senza contraccolpi per chi avesse acquisito una casa con quelle norme illegali) per evitare che quelle stesse norme illegali potessero essere ancora usate. Ma, da quel 20 giugno, il sindaco si è trovato di fronte ad un muro: un muro costituito da dieci consiglieri della sua ex maggioranza (Lorenzo Gianvecchio, Mario Scaramuzzi, Giuseppe Pascazio, Giuseppe Lacalamita, Giancarlo Ragnini, Massimo Angiulli, Matteo Brunetta, Piero De Benedictis, Anna Rosa Occhiofino, Vito Libero), coalizzatisi all’improvviso in un nuovo gruppo in difesa delle norme definite illegali dalla Regione, e cementato dalla complice astensione delle opposizioni (Pd-Udc-Ncd e gruppi affini).

Che cosa proponeva Magrone in quella seduta consiliare, quella del 20 giugno?

1) “di prendere atto” del fatto che la Regione Puglia aveva riscontrato che le modifiche apportate dal Consiglio comunale di Modugno con la deliberazione n.75/99 alle Norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale erano illegittime perché risultavano varianti al Prg ma non erano mai state approvate dalla Regione Puglia;

2) di considerare varianti le norme che il consiglio del ’99 non aveva considerato varianti;

3) di inviare, così emendata, la deliberazione n.75/99 alla Regione Puglia perché decidesse se approvare o no le varianti che in precedenza non erano mai state approvate come varianti dalla Regione stessa.

In quella seduta consiliare, quella del 20 giugno, Magrone e la sua amministrazione vennero messi in minoranza: la loro proposta fu respinta; dieci consiglieri della ex maggioranza imposero al consiglio la votazione di un documento che non poteva neppure essere votato (perché avrebbe dovuto essere presentato, secondo il regolamento, tre giorni prima della seduta) e che, invece, non solo fu votato ma fu anche approvato col voto favorevole del consigliere Bartolomeo Silvestri, dell’Udc, e la colpevole astensione di Pd e cespugli (tra i quali due ex candidati sindaci). Il documento approvato prevedeva la costituzione di una inutile, dispendiosa e dilatoria commissione di tecnici – ingegneri e architetti – che avrebbero dovuto suggerire al consiglio comunale come comportarsi, nonostante le puntuali indicazioni già fornite dalla Regione Puglia (vedilo a questo link; anche contro postumi ripensamenti secondo i quali alla commissione erano attribuiti compiti risolutivi).

Quel che Magrone sostenne nella seduta consiliare del 20 giugno 2014 lo ripeté in un incontro pubblico a Modugno, con l’assessore regionale Angela Barbanente, il 25 giugno, e chi volesse sentire cosa disse può ascoltarlo qui (http://www.sudcritica.it/politica/782-questione-urbanistica-a-modugno-magroneserve-un-comune-sentire-sulla-necessita-di-costituire-un-approdo) Ad ogni modo, in estrema sintesi, Magrone disse:

la delibera n.75/99 è come un treno deragliato che non ha raggiunto la sua stazione di destinazione (la Regione Puglia); dobbiamo rimettere quel treno sui binari e farlo finalmente giungere in istazione. Tra l’altro, spiegò: “Qui però non è questione di maggioranza e opposizione; qui, se non c’è un comune sentire sulla necessità di trovare un approdo, se si crea un clima di rissa e di armate che si scontrano sulla pelle dei cittadini, è chiaro che rischia di venir meno il senso stesso dell’amministrazione e del consiglio”.

Dunque, l’amministrazione comunale il 20 giugno fu messa in minoranza. Ma il sindaco Magrone tentò un’ultima carta per salvare Modugno dall’illegalità: l’illegalità nella quale, a tutti i costi, volevano invece tenerla dieci consiglieri senza coraggio e senza pudore e un Pd paralizzato dai suoi conflitti di interesse e per questo inchiodato al sistematico voto di astensione. L’ultima carta era una nuova proposta sulla questione urbanistica, da votare in un consiglio comunale convocato ad hoc, per il 25 agosto. La proposta di Magrone era, questa volta, ben più ampia e articolata e si occupava di sanare tutti gli aspetti della questione (vedila, per intero, a questo link).

Che diceva la proposta di Magrone per la seduta del 25 agosto? Proponeva

Di prendere atto, altresì, delle conclusioni formulate nei pareri di cui al punto 2) del presente dispositivo, in ordine anche alla necessità di dotarsi di un Testo Coordinato delle norme e delle Tavole contenute nel P.R.G. attualmente in vigore e che rielabori in un unico testo le risultanze istruttorie come in premessa delineate;[ …]procedere alla comunicazione di avvio del procedimento di revoca definitiva delle deliberazioni succitate, […] procedendo contestualmente all’avvio dell’istruttoria per l’adozione di nuove varianti allo strumento urbanistico, tese eventualmente anche alla rinnovazione nei contenuti di quanto approvato con le deliberazioni C.C.n.75/1999 e 82/2000 se ed in quanto tali contenuti risultino compatibili con l’attuale assetto urbanistico e con le odierne esigenze di crescita e sviluppo del territorio, secondo quanto disposto dalla L.R.20/2001. […] Dare corso alla redazione del PUG

Tre giorni prima di andare in consiglio, convocato per il 25 agosto, 13 consiglieri (Gianvecchio, Scaramuzzi, Pascazio, Lacalamita, Ragnini, Angiulli, Brunetta della ex maggioranza e Stella Sanseverino, Pasqua Ruccia, Bartolomeo Silvestri, Antonio Barile, Saverio Fragassi e Antonello Maurelli, della ex opposizione) andarono da un notaio e si dimisero facendo così cadere consiglio, giunta e sindaco. Perché lo fecero quando avrebbero ben potuto, forti della nuova maggioranza messa insieme, bocciare qualsiasi proposta del sindaco Magrone e approvarne di proprie?

Dal 22 agosto – giorno in cui sindaco, giunta e consiglio sono stati dichiarati decaduti per la fuga di 13 consiglieri – ad oggi, sul piano urbanistico sono accadute alcune altre cose, tra le quali due interventi del Tar Puglia e uno del Consiglio di Stato e la pubblicazione della deliberazione del Commissario Prefettizio che approva quanto Magrone aveva invano chiesto al Consiglio comunale di approvare.

  • Il 5 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto la domanda cautelare proposta da […] che aveva chiesto l’annullamento – previa sospensione dell’efficacia – della determinazione del Servizio 4 -assetto del territorio del Comune di Modugno n. 475/2014 del 18.6.2014 avente ad oggetto “sospensione temporanea [per 90 giorni] dell’efficacia del permesso per costruire n. 7/2014 rilasciato in data 20 febbraio 2014 a […], e conseguente sospensione dei lavori” e “l’accertamento del diritto della ricorrente di dare immediato avvio ai lavori di cui al permesso di costruire n. 7/14 rilasciato dal Comune di Modugno”. Dunque, il Tar ha deciso che la determinazione del Responsabile del settore assetto del territorio, architetto Sorricaro (rimossa dal suo incarico con la rimozione del sindaco), non va annullata e resta valida e operante fino alla scadenza dei 90 giorni del termine di sospensione previsto nella determinazione, Insomma, la sospensione fu legittimamente disposta.
  • Il 24 settembre 2014, il nuovo Responsabile del Servizio 4-assetto del territorio del Comune di Modugno, Architetto Donato Di Noia, ha disposto “la sospensione temporanea dell’efficacia del PdC 7/2014 [lo stesso di prima, ormai scaduto “fisiologicamente”], in quanto “l’intervento proposto comporta l’applicazione di norme che attengono alle modalità di intervento e il rispetto dei parametri urbanistici e conseguentemente occorre effettuare la verifica di conformità con il testo coordinato delle NTA vigenti, in corso di materiale formazione, e la sospensione dell’efficacia del PdC 7/2014”. La sospensione veniva fissata “a partire dal giorno 24/9/2014 per un periodo di giorni 180”. La determina del “nuovo responsabile” del servizio 4 ha fondato le sue ragioni, letteralmente mutuandole dalla determina originaria dell’Architetto Sorricaro e dalla delibera di Giunta n. 47 del 10.6.2014 dell’Amministrazione fatta cadere con lo scioglimento del Consiglio comunale.
  • Il 25 settembre 2014, il Tar per la Puglia ha respinto il ricorso di […] “per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia”, “della determina [del responsabile del servizio 4, Architetto Sorricaro] in data 20.5.2014 con la quale è stato disposto l’annullamento in via di autotutela del titolo edilizio formatosi per silenzio assenso, per la ristrutturazione edilizia dell’esistente fabbricato sito in Modugno alla via Premuda n. 117”. Il Tar ha considerato l’attuale inesistenza di un possibile danno e, quel che più conta, ha “rilevato che il ricorso non risulta assistito da fumus boni iuris”.
  • Il 27 ottobre 2014 il Commissario Prefettizio ha pubblicato la deliberazione emessa il 15 ottobre 2014 che risolve la questione urbanistica a Modugno: le decisioni commissariali ricalcano, a tratti anche parola per parola, la proposta di deliberazione presentata da Magrone per la discussione che si sarebbe dovuta svolgere nel consiglio comunale. Che dispone la delibera commissariale: sospensione della efficacia delle norme urbanistiche introdotte a Modugno nel 1999 e usate per 15 anni illegittimamente, redazione di un testo coordinato di norme contenute nel prg del 1995, cancellazione della deliberazione consiliare del 20 giugno 2014 (adottata contro il parere dell’amministrazione magrone), cancellazione cioè della inutile e dispendiosa commissione di ‘tecnici’ che i cosiddetti dissidenti della ex maggioranza avevano inventato soltanto per dilatare i tempi di risoluzione della questione urbanistica, avvio della procedura che investe finalmente e formalmente la Regione Puglia delle norme urbanistiche del ’99.
  • Il 29 ottobre 2014 il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha respinto l’appello contro la decisione del 25 settembre del Tar della Puglia (v. sopra) e ha, perdipiù, condannato “gli appellanti, in solido, alla rifusione, in favore del Comune di Modugno, appellato, delle spese della fase cautelare liquidate in complessivi € 5.000,00 (cinquemila/00)”. Anche il Consiglio di Stato ha detto che il ricorso “non presenta fumus boni juris, trattandosi nel caso di specie di demolizione e costruzione di edificio diverso, che non può artificiosamente frazionarsi in “ristrutturazione” e “completamento”, e risultando il provvedimento di annullamento in autotutela motivato in modo diffuso anche con riferimento all’interesse pubblico”. Cioè, una ristrutturazione non può essere una demolizione, perdipiù con una ricostruzione a più piani.
  • novembre 2014, il nuovo Responsabile del Servizio 4-assetto del territorio del Comune di Modugno, Architetto Donato Di Noia, dispone “la sospensione temporanea dell’efficacia”di vari Permessi di costruire, in quanto “l’intervento proposto comporta l’applicazione di norme che attengono alle modalità di intervento e il rispetto dei parametri urbanistici e conseguentemente occorre effettuare la verifica di conformità con il testo coordinato delle NTA vigenti, in corso di materiale formazione, e la sospensione dell’efficacia del PdC 7/2014”. La sospensione viene in tutti i casi fissata “per un periodo di giorni 180”. Tutte le determine di questo genere del nuovo responsabile del servizio 4 fondano le proprie ragioni, letteralmente mutuandole dalla determina originaria dell’Architetto Sorricaro e dalla delibera di Giunta n. 47 del 10.6.2014 dell’Amministrazione fatta cadere con lo scioglimento del Consiglio comunale.

Insomma, dal 22 agosto 2014 ad oggi, e cioè dalla decadenza del Consiglio comunale e conseguentemente della Giunta e del Sindaco per mano di un gruppo di consiglieri, agitatori di proteste nella comunità e ostruzionisti nella istituzione, l’Amministrazione Magrone ha sempre visto confermata la propria linea per il ripristino della legalità, a dispetto dei tentativi di mantenere in vita le norme illegittime, tentativi che, avendo allungato a dismisura i tempi, si sono rivelati per i cittadini soltanto dannosi.