VICENDA OM, RITARDI PER “APPROFONDIMENTI DOVEROSI PER UNA START-UP” E “ATTESA DI NECESSARIE INTEGRAZIONI DOCUMENTALI”, DICE INVITALIA SINDACO MAGRONE: IL COMUNE DI MODUGNO RESTA IMPEGNATO A FARE LA SUA PARTE E PRETENDE DALLE ALTRE PARTI (REGIONE, CITTA’ METROPOLITANA, MINISTERO) INFORMAZIONI CHIARE E COMPRENSIBILI

Ancora nessun accordo sul programma di reindustrializzazione del sito. Per i 194 dipendenti ex Om notizie altalenanti e, a giugno, conclusione della mobilità.

Per la riconversione produttiva dell’azienda ex Om Carrelli elevatori (Gruppo Kion) e la ricollocazione al lavoro di 194 operai, per i quali a giugno prossimo scade anche la mobilità, ci sono ritardi perché si attendono ancora le “integrazioni documentali necessarie al completamento dell’istruttoria” mentre sono in corso “approfondimenti, doverosi in ragione delle specifiche problematiche dell’iniziativa, che si caratterizza per la rilevante entità degli investimenti da realizzarsi da parte di una start-up”. E’ quanto comunica Invitalia al sindaco di Modugno, Nicola Magrone, il quale, preoccupato per la sorte dei lavoratori, aveva chiesto informazioni sull’andamento delle procedure in vista del 31 marzo, scadenza fissata per il passaggio dello stabilimento da Kion alla nuova azienda. “Sulla ‘questione OM’ e sulle prospettive di ripresa del lavoro per molti lavoratori, il Comune di Modugno – spiega Magrone – avrebbe dovuto, entro la fine di marzo, ricevere la proprietà del capannone ex OM per cederla alla nuova azienda (quella ‘americana’, come si disse: per dare un rilievo ‘mondiale’ alla cosa). Il Comune di Modugno – che sin dal 2013 propose questa soluzione del problema (a parte la scelta dell’azienda subentrante che il Ministero riservò a sé) e che ha sottoscritto da allora appositi e formali accordi presso il Ministero dello sviluppo – ha insistentemente chiesto notizie a Regione e Ministero sulla conclusione dell’accordo. E’ giunta qualche giorno fa una vaga e non promettente risposta di Invitalia che riferisce di approfondimenti in relazione alla ‘rilevante entità degli investimenti’ da parte di una start up e di integrazioni documentali tuttora da ricevere per la conclusione della vicenda. Non ho saputo di più. A me dispiacerebbe molto un possibile epilogo negativo della storia – aggiunge Magrone – che butterebbe definitivamente sul lastrico decine e decine di lavoratori e delle loro famiglie”.

Magrone dice di essere tuttavia “fiducioso in un esito positivo della vicenda”. “Confermo, anche a nome del Comune di Modugno, l’impegno – aggiunge – a fare la mia parte nell’interesse di quei lavoratori. Sarebbe davvero insopportabile il proseguire altalenante delle notizie che una volta danno per risolto il caso, altre volte lo giudicano vicino alla soluzione, altre come svanito nel nulla. E’, tutto questo, un tormento per i lavoratori”. “A scanso di equivoci, preciso e ribadisco per la milionesima volta – conclude il sindaco – che Il Comune di Modugno resta impegnato a fare la sua parte e a pretendere dalle altre autorevoli ‘parti’ (dalla Regione alla Città metropolitana al Ministero) informazioni chiare e comprensibili”.

L’intervento del Comune di Modugno nella vicenda riguarda in particolare la “triangolazione” dello stabilimento tra il Gruppo Kion e l’azienda scelta dal ministero e dalla Regione Puglia per la riconversione produttiva: lo stabilimento sarà acquisito a titolo gratuito dal Comune di Modugno per essere ceduto contestualmente, sempre gratuitamente, alla Tua Autoworks, società costituita dal gruppo finanziario statunitense LCV Capital Magement che è stata individuata da Mise e Regione Puglia per la riconversione e che dovrebbe produrre automobili di fascia C (auto di medie dimensioni) in due stabilimenti in Italia, uno e in Puglia e uno in Calabria. La proposta di una ‘triangolazione’ per favorire la riconversione produttiva dell’area ex-Om e salvare così i posti di lavoro era stata fatta da Magrone stesso nell’estate 2013 e approvata definitivamente nell’ottobre scorso, quando al ministero fu fermato un accordo operativo con la società individuata dal Mise. La proposta di Magrone prevedeva anche un’ipotesi di riconversione industriale, con un progetto percorribile con un’importante azienda pugliese, ipotesi alla quale tuttavia, per motivi mai resi noti, non è mai stato dato seguito dalla Regione Puglia.

Dopo la scelta di Tua Autoworks e la firma dell’accordo al Mise il 7 ottobre 2015, sono state quindi avviate procedure operative che hanno coinvolto Invitalia, LCV, ministero e Regioni e che non hanno portato sinora a un risultato positivo.